24 maggio 2018

05/2018 MAGGIO [Holy Now, Winter, Gentle Brontosaurus, Remember Sports, The Spectors, Middle Kids, Colour Me Wednesday]

ALBUM DEL MESE

Holy Now - Think I Need The Light

Non c'è dubbio che il quartetto di Goteborg sia una forza della natura. Ce n'eravamo già accorti ampiamente grazie ai due EP usciti nel 2016 e 2017: Julia Olander è una sorta di Molly Rankin più timida e al contempo più incazzata e la sua band macina alla grande un guitar pop melodico e tagliente al tempo stesso, semplicissimo nella sostanza e torrenziale nella forma. 
Non c'è un solo episodio, fra gli otto dell'album d'esordio degli Holy Now, che non abbia un suo obliquo e travolgente potenziale antemico, sia nell'uptempo (sostenuto da un drumming poderoso), che sembra essere la dimensione preferita degli svedesi, sia quando da dilatazioni crepuscolari esplodono i crescendo vocali di Julia. Segnatevelo: sarà uno dei dischi dell'anno.



Winter - Ethereality

Padre americano e madre brasiliana, Samira Winter è cresciuta succhiando dal biberon un misto di punk e musica carioca, poi al college a Boston ha scoperto lo shoegaze ed è diventatauna musicista fedele ad un'idea di dream pop colorata ed energica. 
Ethereality in effetti è già nel titolo il manifesto stesso del suo stile, capace di mescolare la concretezza di chitarre sature di elettricità e una sognante brezza melodica che tutto pervade: un album di per sè ambizioso, frutto di una produzione che ha riempito ogni spazio sonoro e mette in fila una serie di potenziali singoli di spontanea e trascinante luminosità. Una magnifica esplosione di forza e dolcezza.



GLI ALTRI ALBUM

Gentle Brontosaurus - Bees Of The Invisible

 Pensate a tutto quello che amiamo nella tipica indie pop band: melodie vivaci e chitarre brillanti, ironia, intelligenza e leggerezza, e la capacità di offrire graffi e carezze allo stesso tempo.
I Gentle Brontosaurus, da Madison, Wisconsin,corrispondono a pieno ai canoni: Bees Of The Invisible, che è il loro secondo album, è la prova che Huan-Hua Chye e i suoi quattro compagni maneggiano il genere con una splendida naturalezza e con una forte ed eclettica personalità, che rende difficile azzardare paragoni con altri gruppi. Nei dodici pezzi del disco troviamo davvero un po' di tutto, dall'uptempo di marca pop-punk al folk, con un'attitudine twee che trova la sua dimensione perfetta nell'alternarsi delle voci maschile e femminile e in una colorata varietà strumentale. 



Remember Sports - Slow Buzz

Come si fa a non amare i Remember Sports? Sono la classica band formata da nerd che ti capiterebbe di orecchiare mentre si impegna a far friggere gli amplificatori nascosta in un garage di una qualsiasi periferia, ironica depositaria di una disincantata poetica suburbana. All Of Something, l'album che li ha consacrati come piccolo prodigio indie lo-fi (quando ancora erano soltanto Sports), metteva a fuoco lo stile incofondibile di Carmen Perry e compagni: canzoni dall'approccio morbido, dimesso, quasi distratto, che all'improvviso esplodevano con un'allegra furia pop-punk regalando ritornelli memorabili. "Slow Buzz"  riprende il discorso dove era stato lasciato, senza cedere ad ogni tentazione di post produzione. Tutto quello che i R.S. suonano è così e ora: imperfetto, sferragliante, urlato a squarciagola, semplicemente irresistibile. Qui manca la sorpresa, certo, ma in fondo che importa. 



The Spectors - Ooh Aah Aah

Nati attorno alla carismatica cantante e chitarrista Marieke Hutsebaut, i belgi The Spectors suonano quel genere di dream pop muscolare e orecchiabile al tempo stesso che abbiamo amato in band come Kid Wave o Westkust (ma anche in Winter, per non andare lontano). Il loro secondo album li ritrae in un momento di passaggio e al contempo di grande fermento creativo, sulla strada verso una dimensione decisamente più pop rispetto al passato, tanto che gli episodiche conservano un'anima più rude e notturna sono tutto sommato quelli meno significativi, mentre l'energica morbidezza e canatbilità di pezzi come "When The Morning Comes" o "Only You" brillano della loro diretta semplicità.



Middle Kids - Lost Friends

Gli australiani Hannah Joy e Tim Fitz, coppia anche nella vita e titolari del progetto Middle Kids, in un paio d'anni hanno bruciato le tappe e in patria, al loro album di debutto, sono già trattati come un gruppo di primo livello. Il loro dream pop non è lontano da quello degli Spectors (vedi sopra) ma sembra avere un'ambizione antemica ben maggiore, un po' alla Arcade Fire, con un retroterra da Fleetwood Mac. Troppa ambizione forse, ma sono bravi.



Colour Me Wednesday - Counting Pennies In The Afterlife

Secondo album per la band di Jen e Harriet Doveton, sempre sotto il segno di un indie chitarristico semplice e vigoroso che potrebbe essere sintetizzato come una versione più pop delle Breeders. Quando le londinesi arrotondano un po' gli spigoli e innestano una marcia melodica ("Boyfriend's Car", "Edge Of Everything") sono semplicemente irresistibili.


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