19 agosto 2017

Star Tropics - Lost World [ALBUM Review]

All'interno della scena indie-pop, lo sappiamo bene, c'è una grossa fetta di band che potremmo definire "nostalgiche", dove la nostalgia si declina in un'attitudine artistica che, in modo più o meno spinto, tenta di ricreare il suono, le linee melodiche, l'immaginario intero di un'epoca passata. Nel caso nostro - non c'è bisogno di indovinare - parliamo del decennio a cavallo tra '80 e '90, l'era in cui il post punk imboccò la via gentile dela Sarah Records e gli Smiths consegnarono sè stessi ai posteri come modello indie (in)imitabile. 
Tutta questa introduzione per dire che gli Star Tropics probabilmente fanno parte del partito della nostalgia, ma anche per dire che non sempre uno sguardo retrogrado comporta una minor freschezza, anzi. Lost World, che è il disco di debutto della band di Chicago, vive in effetti di questa perfetta ambivalenza: non c'è canzone nel lotto che non abbia consapevolmente i piedi ben piantati in "quel" particolare modo di fare indie pop (c'è una canzone che si intitola Another Sunny Day, e credo che gli appassionati del genere abbiano già colto), però al contempo, dopo l'aereo preludio strumentale di Windfall, già dalla squisita Lost World si spalanca un delicato quanto vitale mondo di chitarre jangly, ritmi timidamente uptempo, voci femminile e maschile che si incrociano e alternano, melodie di dinamica immediatezza. Insomma, tutto quell'armamentario che conosciamo a memoria ma di cui non possiamo fare a meno, e che in pezzi di essenziale rotondità come All The Way To Heaven, Sparrow, Wildfire, Summer Rain funziona davvero a meraviglia. 
Consigliato.Non solo ai nostalgici...

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