15 febbraio 2021

Fritz - Pastel ALBUM

Tilly Murphy, enfant prodige dell'indie pop australiano, ha pubblicato il primo album a nome Fritz quando aveva 17 anni, scrivendo, suonando e producendo tutto da sola. Nei quattro anni successivi ha continuato ad affinare le proprie doti con una serie di singoli che facevano presagire un'opera seconda esplosiva. E così è stato, perché Pastel è letteralmente una bomba, un album talmente compatto, ispirato, travolgente nella sua deflagrante spinta post-adolescenziale da sembrare quasi impossibile che questa ragazza faccia davvero tutto da sola. 
Il post-punk muscolare di Fritz è ovviamente incentrato sulle chitarre, sfrigolanti di energia statica, e su ritmi invariabilmente quadrati e uptempo. L'uso dei synth e della voce, di evidente scuola dream pop esattamente come le melodie di zuccherosa, cantilenante  ed ampia leggerezza, danno poi alle canzoni di Tilly quella solare immediatezza che va subito a segno e si stampa subito in testa. 
La palette di Fritz poi in verità va in cerca di molte sfumature diverse fra episodio ed episodio: ora echeggia band che amiamo da queste parti come i Westkust (SweetieArrow, Ghost Poke), ora fa incursioni efficacissime nel territorio degli Alvvays (Pastel), a momenti va a persino ricalcare ironicamente i Ramones (She's Gonna Hate Me) e subito dopo offre un pasticcino alla Heavenly (Gracie Forgive Me), rallenta al momento opportuno mettendo insieme tagli e carezze (Die Happily) e riparte con uno stravagante luminosissimo matrimonio fra jangle pop e vocoder (U Keep Me Alive), con un effetto straniante e adorabile al tempo stesso, per concludere con il numero più dichiaratamente dream pop del lotto (Jan 1) che potrebbe essere una Hatchie con tutti i distorsioni aperti. 
In appena mezz'ora ce n'è abbastanza per scrivere idealmente un piccolo ma significativo trattato sull'indie pop più elettrico di oggi, vista la spettacolare naturalezza con la quale Tilly Murphy sembra maneggiare il genere. 
Imperdibile. 

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