18 luglio 2020

Phoebe Bridgers - Punisher ALBUM

A poco più di vent'anni di età, è un po' come se Phoebe Bridgers avesse già vissuto un paio di vite. Cresciuta a Los Angeles in una famiglia che l'ha preparata per una precoce entrata nello stardom, ha esordito come cantautrice giovanissima, osannata dalla critica, e ha attraversato una complicata relazione con Ryan Adams finita con accuse di violenza psicologica subite da parte del celebre musicista. Nel frattempo Phoebe ha viaggiato in tour in mezzo mondo e dato vita a un interessante progetto collaterale con due bravissime colleghe come Julien Baker e Lucy Dacus.
Punisher, il suo secondo lavoro, esce da tutte queste esperienze ed è per forza intriso della visione introversa e al contempo ironica dell'artista losangelina. Ecco allora che ci sono molti episodi di essenziale emotività, retti da un'elettronica delicatamente scheletrica (non biasimatemi se azzardo che è un po' una Billie Eilish depurata da ogni pattern superpop, è un complimento), piena di carezze e altrettanti schiaffi sonori. Ma ci sono anche momenti di puro divertimento come la portentosa Kyoto, piccolo travolgente inno indie che narra in modo spassoso e sbilenco la nippofilia diffusa e conclude sarcastico "volevo vedere il mondo e allora sono volata oltre oceano, poi ho cambiato idea". E ci sono ballate acustiche che potremmo tranquillamente dichiarare classiche, con tanto di archi. 
Punisher è in definitiva un album complesso, non immediato, e tuttavia meravigliosamente catchy nelle sue trame apparentemente diafane. Uno scrigno di gioielli che superano i generi e brillano della personalità fortissima della musicista che li ha creati.
Uno dei dischi imprescindibili del 2020.





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