27 giugno 2017

The Arctic Flow - Umbrella [ALBUM Review]

"Un ragazzo sulla spiaggia, che fa volare il suo aquilone nella brezza estiva". E' così, in modo apertamente poetico e un po' naif, che si presenta Brian Hancheck, musicista del South Carolina che da diversi anni crea "sognanti canzoni d'amore, perdita, gioia e tristezza", sempre per usare le sue parole. 
Con lo psedudonimo The Arctic Flow, Brian mette in fila il nuovo episodio della sua personale saga twee, devota integralmente ad un indie pop dalle radici ben piantate nell'immaginario della Sarah Records e votato ad un'idea stilistica di eterea e disarmante leggerezza. 
Le otto canzoni di Umbrella si muovono con misurata grazia artigianale in un mondo di colori pastello: i synth sono onnipresenti ma mai invadenti, le chitarre intessono jingle jangles da manuale, i ritmi sono spartiti a metà tra calma contemplativa e cauti uptempo, i tempi sono appena appena dilatati, le melodie sono delicate esattamente come la voce di Hancheck. 
Tutto è molto curato e piacevole, ma le cose migliori The Arctic Flow le fa quando i ritmi si fanno più vivaci e affiora una gioiosa energia - è il caso di Umbrella e Nothing Left - che fa pensare ad una versione "nuda" dei Pains Of Beeing Pure At Heart.



Nessun commento: