11 aprile 2019

Rosie Tucker - Never Not Never Not Never Not ALBUM

Ricordo bene quando ho ascoltato per la prima volta Ivy Tripp di Waxahatchee. La prima impressione, divenuta poco dopo certezza, era di avere scovato dal nulla un'artista formidabile, anche se poi in realtà Katie Critchfield aveva già un passato sia da solista che in diverse band (ma quanti se n'erano accorti?).
Confesso che l'impatto con Never Not Never Not Never Not di Rosie Tucker non è per nulla diverso. E in fondo i legami con Waxahatchee sono parecchi: anche la Tucker ha già alle spalle un album passato inosservato, nonché la militanza in un gruppo, e tutto sommato condivide uno stile di songwriting che per molti versi è simile.
Le undici canzoni dell'album mostrano che la musicista di Los Angeles possiede una confidenza con la forma canzone davvero invidiabile, a partire dalle liriche narrativamente ironiche fino alla musica, che costruisce su una essenziale base guitar pop una serie di scenari che cambiano in continuazione, senza uscire dai paletti dei tre minuti e con una sapiente economia di mezzi. 
Ne viene fuori un disco ampio e compatto allo stesso tempo, che stilisticamente può assomigliare ad altre ottime artiste del periodo come Camp Cope, Frankie Cosmos o Adult Mom, e a tratti persino a band come i Remember Sports o i Beths, con il valore aggiunto rappresentato dall'innato talento di lavorare sulla variazione dei toni e sui dettagli, mantenendo sempre equilibrio e comunicativa spontaneità. 

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