02 marzo 2017

Business Of Dreams - Business Of Dreams [ALBUM Review]

Già chitarrista della band punk-pop californiana Terry Malts, Corey Cunningham ha aperto i Business Of Dreams come side project personale, in cui sostanzialmente fa tutto da solo.
Rispetto al gruppo in cui suona, qui il musicista originario del Tennessee mantiene intatto il coté di immediatezza melodica, ma elimina ogni ruvidezza per puntare ad un synth pop programmaticamente piantato negli anni '80, impreziosito da eleganti chitarre jangly e reso semplicemente dinamico da una essenziale drum machine
Fin dall'iniziale Repossessed, e poi attraverso gioiellini come Joyride e Born Of No Class, Cunningham mostra di conoscere bene la lezione del post punk di fine '80, e di apprezzare non poco lo sperimentalismo tenue degli ultimi The Field Mice. A tutto aggiunge un tocco acustico di misurata e intimistica malinconia (To Be Exact, Turning Away, She Grew And She Grew) e qualche paesaggistica pennellata di jangytronica nello stile di Azure Blue (Bottom Feeders). 
Nel complesso non c'è un singolo episodio dell'album d'esordio di Business Of Dreams che faccia gridare al miracolo, ma si tratta senza dubbio di un lavoro intelligente, equilibrato,  piacevole, convincente dal primo al nono pezzo del lotto.


 

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