21 ottobre 2016

Kinley - Letters Never Sent [ALBUM Review]

Le prime note di Wild Horse, il pezzo che apre il primo album solista di Kinley Dowling, hanno un approccio cantautorale: la voce filtrata, lo strumming appena inquieto di chitarra elettrica. Poi all'improvviso una sezione ritmica energica e un carosello di sinth portano decisamente la faccenda in ambito pop. 
La Dowling ha già una carriera ampiamente avviata dalle parti di Newfoundland, Canada, ed è una musicista completa e di buona sensibilità, che si è finora espressa soprattutto sulle corde del folk. 
Letters Never Sent, debutto con il nome Kinley, di folk mantiene solo le radici (le delicate trame acustiche di Golden Days e quelle più oscure di Sharpshooter, oltre ad un certo gusto melodico di fondo evidente anche in Blackbird e nei riverberi ipnotici della conclusiva Kathleen), ed è invece un'ottima prova di dream pop adulto e piacevole, che in realtà scavalca i clichés di genere e alla fine produce uno stile piuttosto personale, incentrato su un misto di immediatezza e di ricerca di perfezione formale. Tanto che, su tutto, alla fine spicca l'episodio più marcatamente costruito e ritmato, una Microphone perfettamente chiusa in un involucro di suoni elettronici.
Solo 7 canzoni forse sono poche per esprimere un giudizio completo, ma dai 23 minuti del mini album resta l'impressione di un (nuovo) inizio molto molto interessante. 


 

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